A riprova di cosa significhi uno split, seppure temporaneo del VP, oggi andiamo a commentare la ormai probabilissima fase di maltempo a carattere nevoso che la nostra penisola andrà a vivere nella prossima settimana. Avevamo detto in tempi non sospetti che il target temporale per una azione fredda sull’Italia fosse quello compreso tra il 19 ed il 21 dicembre. Bene, possiamo oggi confermare questo target ed essere più precisi sulle dinamiche che lo innescheranno. Avevamo infatti detto, in sede di analisi stratosferica, come la separazione dei due lobi del VP avrebbe probabilmente determinato una rettrogressione fredda continentale anche grazie all’azione contemporanea di una depressione africana in veloce spostamento verso est-nord est. Oggi il punto interrogativo sulle prossime vicende meteorologiche è: quale sarà la traiettoria del nucleo gelido in retrogressione verso l’ Europa centrale. Vediamo per capirne qualcosa di più i due modelli principali a confronto: GFS e ECMWF. Partiamo da GFS e consideriamo l’ultimo run partendo dalle 96 ore:

In questa sequenza è evidente tutta la dinamica del peggioramento: evidente la temporanea separazione del VP con sprofondamento sugli States di uno dei due lobi con contemporanea risalita verso nord-nord-est dell’Anticiclone delle Azzorre. Esso però pur ruotando non finisce sui paralleli per la contemporanea presenza della depressione africana centrata tra Tunisia e Sardegna che contemporaneamente attira un nucleo di aria gelida continentale verso il nostro paese. In questa visione entrerebbe franca sulla Pianura Padana almeno una -6 a 850 Hpa continentale con formazione dei un  cutoff italico che produrrebbe con la sua traiettoria direzionata verso nord dapprima nevicate in pianura su Emilia-Romagna con particolare riferimento alla Romagna e all’Emilia fino a Modena e poi anche sul triveneto. Successivamente la prevista ripartenza del VP porterebbe neve anche sul nord-ovest, da confermare. Passiamo ora alla visione di ECMWF

Il secondo modello vede una dinamica del tutto diversa, con un vortice polare più compatto che determina una tenuta minore dell’allungamento altopressorio verso la Russia, ed una entrata della depressione continentale più meridionale. Ciò determinerebbe nevicate al sud fino ai 400-600 m il 22 dicembre con particolare insistenza per effetto stau su: Abruzzo Molise Puglia e Basilicata, ma successivamente determinerebbe le condizioni per neve al nord proprio per Natale. Evidentemente non potremo sciogliere la prognosi fino alle 48 ore, seguiteci dunque nei prossimi giorni per capire l’evoluzione molto incerta di questa prima azione invernale sull’Italia. Possiamo però giudicare quale delle due ci pare più consona ai movimenti stratosferici, dandoci così anche la possibilità di parlare del futuro meteorologico europeo.gfs_z100_nh_f96

Appare evidente come GFS abbia una linea più coerente con la situazione a 96 ore vista a 100 Hpa dove il flusso freddo appare evidentemente più a nord rispetto alla visione di Reading. E’ anche evidente che il forte flusso subtropicale previsto per per il 20 dicembre scongiuri una traiettoria della depressione africana come quella vista da Reading. Detto ciò, occorrerà aspettare ancora 24-48 ore per avere le idee più chiare. Una cosa appare però certa: dopo questa sfuriata invernale si aprirà la porta atlantica e probabilmente passeremo le feste natalizie sotto il mite flusso occidentale declinato o con una zonalità mite o con l’alta pressione. Infatti viene confermata la ricompattazione del VP che non sembra subire fino alla fine dell’anno nuovi impulsi destabilizzanti dalla troposfera. Dunque Natale sotto la neve e capodanno mite? Probabilmente si.

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VP compatto flusso atlantico sull’Italia. Fonte NOAA