Diamo qui di seguito conto del racconto del mese appena passato caratterizzato da importanti precipitazioni al sud Italia e da una importante anomalia concentrata attorno all’inizio della seconda decade del mese caratterizzata da una anomala irruzione di aria fredda con annesse prime precoci nevicate sulle pianure dell’Emilia centrale. Partiamo dalle considerazioni generali per quanto riguarda il mese appena passato.
Evidente una certa difficoltà del vortice polare insidiato alle alte latitudini da anomalie di geopotenziale positive.
Schema generale molto simile nelle nostre previsioni stagionali, con la presenza marcata di alte pressioni alle alte latitudini ed un vortice polare in grande difficoltà che, però, nelle nostre previsioni si dirigeva sulla Granbretagna in una classica evoluzione di stampo nord Atlantico.
Evidenti le differenze rispetto alla nostra previsione con una azione decisamente più occidentale del vortice polare.
Anomalie termiche positive sull’est europeo ed in media termica altrove, Italia compresa.
Le nostre previsioni confermavano anomalie molto più accentuate sull’oriente europeo in uno schema generale decisamente più caldo. Evidentissimo come un piccolo cambiamento nella distribuzione delle anomalie possa determinare grandi cambiamenti nelle configurazioni climatiche.
Passiamo infine alla carta delle anomalie pluviometriche. Importanti anomalie si sono registrate al sud Italia, in particolar modo su Puglia e Basilicata. Ancora siccitoso l’eterno nord-ovest del paese.
Il quadro delle precipitazioni è stato quello più vicino alla realtà con le anomalie sul nord-ovest e quelle sul centro Italia individuate in un contesto europeo comunque in media a parte l’Atlantico settentrionale. Notevole anche l’individuazione della anomalia iberica.
Concludiamo con la grande anomalia del 13 novembre, foriera di nevicate in pianura al nord. Vi proporremo qui di seguito le anomalie termiche attraverso i vari strati atmosferici, analizzando i quali noteremo una interessantissima anomalia, determinante per le nevicate al suolo così precoci.
Si evince in maniera palese cosa sia avvenuto nel corso di questa straordinaria irruzione: una importante massa di aria fredda in quota si è staccata dal flusso polare raggiungendo le nostre regioni nord-occidentali entrando dalla porta del Rodano. Questa aria fredda ha potuto riversarsi al suolo solo in presenza di precipitazioni determinando localmente (Emilia centrale) veri e propri crolli delle temperature durante i rovesci con rapida mutazione in neve delle pesanti precipitazioni che interessarono l’Emilia quella mattina. Interessantissima, a suffragare questa interpretazione, la debole anomalia termica al suolo, incapace da sola di determinare nevicate in pianura.
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